Come uno studio dentistico a conduzione familiare sta fissando un nuovo standard per le cure odontoiatriche
Situato nel Sud della Germania, al confine con la Svizzera, lo studio dentistico a conduzione familiare del dottor Horvath è caratterizzato da un arredamento minimalista e lavora con macchinari all'avanguardia, che susciterebbero l'invidia di qualunque professionista del settore.
Insieme al padre, il dottor Sebastian Horvath si dedica all'odontoiatria estetica ricostruttiva, mentre la moglie, ortodontista, segue il secondo ramo di attività dello studio. Con un'esperienza ultradecennale nell'odontoiatria digitale, il dottor Horvath insegna anche all'Università della Pennsylvania (USA) e all'Ospedale universitario di Düsseldorf, ed è uno specialista in protesi iscritto alla Società tedesca per l'odontoiatria protesica e i biomateriali (DGPro).
La famiglia deve spesso occuparsi di casi complessi che richiedono un pretrattamento ortodontico completo e il ricorso alla chirurgia implantare, per la cui riuscita l'accuratezza è fondamentale. In questa intervista, il dottor Horvath spiega in che modo la digitalizzazione avanzata garantisce il controllo su ogni fase del trattamento e perché la stampa 3D è il nuovo standard per le cure che ogni studio dentistico dovrebbe adottare.
Perché avete adottato le dime chirurgiche come standard in tutti gli interventi di implantologia?
Ogni dentista ha le sue buone pratiche, in particolare per quanto riguarda gli impianti. I medici puntano a ottenere l'accuratezza anatomica, ma se si desidera che il buon esito dell'intervento duri nel tempo, è altrettanto importante che l'impianto sia posizionato correttamente. Per sostituire un dente con precisione e con una stabilità duratura, la posizione dell'impianto deve essere stabilita prima dell'intervento e mantenuta durante il trasferimento. È pressoché impossibile progettare correttamente i punti di contatto prossimali, la corona e la posizione del canale della vite senza alcun aiuto.
Le dime chirurgiche garantiscono che l'impianto sia adatto all'anatomia del paziente, ma anche adeguato dal punto di vista protesico. Il problema non è inserire correttamente l'impianto una o due volte, ma riuscirci nel tempo. Gli interventi chirurgici guidati presentano dei vantaggi tanto per i pazienti quanto per i medici e offrono risultati prevedibili: gli impianti funzionano meglio, più a lungo e con meno problemi.
Per eseguire un intervento come previsto, ritengo che le dime chirurgiche siano assolutamente necessarie. Nel nostro studio tutti gli interventi sono eseguiti con modelli di foratura. Senza eccezioni.
Prima come eseguivate gli interventi? Cos'è cambiato con la stampa 3D?
Usiamo le dime chirurgiche ormai da parecchio tempo. Prima esternalizzavamo la produzione a un laboratorio odontotecnico, poi siamo passati a CEREC. Oggi produciamo da soli le dime, in-house, usando la stampa 3D. Il maggior vantaggio di produrle internamente è che ci rende più indipendenti.
C'è anche un vantaggio dal punto di vista economico, ma non ne farei la principale argomentazione a favore. L'indipendenza implica una riduzione significativa nei tempi di attesa per i pazienti: non dobbiamo più aspettare due settimane come accadeva prima. Per noi è più facile intervenire velocemente.
Avere il controllo dell'intero iter è molto più sicuro e più conveniente, dato che ora non dipendiamo da fattori come la progettazione o la spedizione.
Come siete entrati nel mondo della stampa 3D?
Stavamo prendendo in considerazione l'idea di gestire la produzione in-house e abbiamo scoperto la stampa 3D, o produzione additiva, che ci è sembrata molto più convincente rispetto alla produzione sottrattiva, o alla fresatura CNC, i metodi tradizionalmente usati per produrre le dime chirurgiche.
Rispetto alla fresatura, la stampa 3D ci consente di realizzare le dime chirurgiche senza sprechi, né ingenti interventi di manutenzione delle macchine. Possiamo pianificare il trattamento interamente in modo digitale e stampare i modelli secondo le nostre esigenze.
Abbiamo preso in considerazione diverse stampanti e, dato che il software 3Shape si interfaccia bene con la Form 2, ci siamo detti: proviamola. All'inizio avevamo comprato una stampante per produrre le dime chirurgiche, ma poi anche mia moglie voleva stampare i suoi modelli ortodontici. Quando la nostra prima stampante ha cominciato a essere usata a pieno regime ne abbiamo comprata un'altra, così ora stampiamo le dime chirurgiche sulla prima e i modelli sulla seconda. Ogni giorno c'è almeno una delle due stampanti in funzione, e possiamo usarle da soli, senza bisogno di formazione o di manutenzione.
In che modo la stampa 3D ha cambiato il flusso di lavoro nel vostro studio?
L'odontoiatria digitale ci dà un grande vantaggio, soprattutto in termini di qualità, perché gli impianti si adattano meglio, ma anche in termini di flusso di lavoro. Abbiamo deciso di smettere di usare il gesso e di imboccare la strada del digitale, il che significa che produciamo le parti solo quando ci occorrono.
Prima di lavorare con il digitale, c'erano molte più fasi, dall'impronta all'esternalizzazione della produzione alla scansione del modello. Nel complesso occorreva molta più pianificazione. Con il flusso di lavoro digitale, è tutto incredibilmente più semplice.
Altre risorse: stampa 3D di dime chirurgiche
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